La Frazione di Sterpito di Sopra, e le Contrade di Capanne Rinaldi e Giannattasio si trovano nel Comune di Filiano (Pz) ad una quota rispettivamente di 726 m., di 686 m. e di 684 m. s.l.m.. I rilievi che fanno da spartiacque e delimitano il territorio a sud sono: il Monte Caruso 1238 m. s.l.m., la Toppa di Atella 1056m. s.l.m. e la Toppa Spina Musacchia 952 m. s.l.m.. Gli abitati sono situati nel bacino imbrifero del Torrente Sterpeto da cui sono attraversati.
I fabbricati della Frazione di Sterpito di Sopra sono prevalentemente in muratura di pietra calcarea scalpellata a faccia vista e si sviluppano prevalentemente lungo la piazza; è caratteristica la presenza di un portico e di una via che attraversa trasversalmente l’abitato e che passa per un piccolo ponte sul Torrente Sterpeto. I materiali per le costruzioni sono stati prelevati nell’alveo del Torrente, infatti fino ai primi anni del 900 si ricordano i luoghi delle cave dove si recavano gli abitanti-scalpellini per abbozzare le pietre.
Negli anni 60 del secolo scorso vi si è costruita la scuola elementare con annesso alloggio per l’insegnante, demolita dopo il sisma del 1980; sul sito della vecchia scuola è stato costruito di recente un campetto sportivo.
La chiesetta, probabilmente coeva con quella di Sterpito di Sotto, risulta la più antica del territorio, l’ultima ristrutturazione risale al 1977, effettuata con fondi dei fedeli; è dedicata a S. Antonio da Padova la cui festa è celebrata con grande solennità, e con il concorso degli abitanti di tutte le frazioni limitrofe. Si festeggia il 13 giugno con rito religioso; la processione, che accompagna la statua di S. Antonio, proviene da Sterpito di Sotto, attraversando Giannattasio e Capanne Rinaldi.
Di particolare interesse è la croce datata 1860, ricavata da una roccia, ubicata nella piazza Margherita di Savoia e che vede oggi come ultima collocazione l’interno di uno spazio verde pubblico.
Nel 1880 la popolazione del casale di Sterpito, contava circa 200 abitanti e viveva di agricoltura e allevamento di ovini. I quali allevatori hanno tramandato l’arte del casaro fino a far divenire il Pecorino di Filiano marchio D.O.P. e ambasciatore della Regione Basilicata.