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Il 17 Gennaio festa di Sant'Antonio Abate “Sant’Antuone” inizia il Carnevale.
Nel pomeriggio i paesani visitano il santo, in Chiesa.
I giovani con la scusante della visita si uniscono e trascorrono la serata allegramente.
Le comitive di amici non lasciano trascorrere la festa senza “lu cape ri sauzizza” accompagnate da abbondante libagioni di vino di nuova produzione assaggiato per l’occasione.
Queste provviste sono raccolte passando dalle case degli abitanti del luogo vestiti da “tintle” e cantando un canto:
« zizza, zizza, zizza
ramm na mazz r sauzizza
s nun vuoi rà
semb zurron t’aggia chiamà,
zurron, zurron, zurron ... »
Dopo l’intero giro i “tintle” festeggiavano mangiando la roba raccolta “sauzizza, subburssate, uova, pezzent
Questo donare ai “tintle” indicava la capacità di questo popolo alla socialità, all’onore e solidarietà reciproca.
I “tintle” erano maschere fantasiose e consistevano nel vestirsi con panni vecchi e di sesso opposto a chi le indossava.