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Il gioco della “morra” avveniva prevalentemente nelle cantine dove era stata messa la “frasca” (ramoscello di fogie verdi che stava ad indicare che in quel locale avveniva la vendita temporanea del vino novello).

In queste occasioni la sfida avveniva tra campagne diverse e la posta in gioco era il vino che si beveva.

Si trattava di un gioco formato da due, tre o quattro persone.

I componenti le squadre si disponevano uno di fronte all’altro e i primi due (uno per ogni squadra) iniziavano il gioco pronunciando un numero dall’uno al dieci mentre contemporaneamente con le dita di una mano indicavano un numero.

Quando la somma dei numeri indicati con le dita corrispondeva al numero pronunciato da uno dei giocatori veniva assegnato il punto al giocatore che l’aveva pronunciato.

Se entramnbi i giocatori avevano pronunciato lo stesso numero il punto era nullo.

Il giocatore che si aggiudicava il punto passava a giocare con il secondo avversario e così via con il terzo e con il quarto.

Viceversa il giocatore che perdeva il punto passava il turno al compagno che l’affiancava.

Si aggiudicava la vittoria (la morra) la squadra che per prima raggiungeva gli undici o i sedici punti a seconda degli accordi presi prima di iniziare.

Dato caratteristico era la pronuncia e l’indicazione di alcuni numeri quale il numero dieci indicato con cinque dita e con la pronuncia “morra sona” oppure il numero uno espresso o con pugno chiuso e senza pronuncia o indicando il numero con il dito pronunciando “une pp’rune”.