Mantenere vivo il nostro dialetto è cosa essenziale per noi stessi e la cultura che ci appartiene.
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Il dialetto è il modo più immediato ed esplicito per riconoscersi e dichiararsi appartenenti ad una medesima comunità, ad una stessa cultura, ad un'identica storia.
Ovviamente, il mutamento delle condizioni socio-economiche, l'instaurarsi di nuovi rapporti fra individui di diversa matrice culturale, l'aumento delle necessità e delle possibilità di spostamento e di comunicazione, influiscono producendo modificazioni sia sul piano economico-sociale che su quello più eminentemente linguistico.
Ecco l'importanza del “lasciar memoria” di ciò che, in un dato momento storico-sociale, è la “vera” lingua della nostra gente.
Dialetto come efficace mezzo espressivo, dunque, che può trovare un rilevante aspetto di recupero, in un momento in cui esso è in crisi come lingua parlata, nell'uso che se ne fa come lingua letteraria.
La poesia dialettale ci permette di divenire noi stessi “memoria viva” della lingua delle “radici” perché il dialetto sembra fatto apposta per la poesia: crea un mondo di immagini “vive”, le “dipinge” con immediatezza e le trasmette con la musicalità del suo ritmo.
La poesia dialettale è una forma di linguaggio verbale più immediata e nello stesso tempo più sofisticata, in quanto riesce ad imprimere quel tanto di drammatizzazione al nostro parlare, funzionando l’espressione dialettale come efficace rafforzamento del nostro eloquio.
Di seguito proponiamo alcune poesie in dialetto "aviglianese" di autori vari.