Avigliano e le sue chiese
Con la parola CHIESA - è superfluo ricordarlo - vogliamo qui indicare un edificio sacro, dedicato al culto divino, dove -più e meglio che altrove - Dio viene onorato, invocato, ascoltato come in casa sua; ma dove anche i figli di Dio si radunano, convocati dallo Spirito, partecipano alle azioni liturgiche, ascoltano l'annunzio della parola divina, ricevono i sacramenti e si raccolgono in preghiera, anche individualmente, alla presenza di Gesù-eucaristia, come in casa propria.
Ora, nella misura in cui questi luoghi sono voluti e di fatto vengono costruiti con il concorso determinante del popolo di Dio, possono ben essere ritenuti segni autentici della vitalità religiosa di una comunità.
Non così se sono il frutto, magari generoso, anche autentico, della devozione di questo o quel signore.
Per fugare ogni dubbio, dirò subito che le CHIESE dl AVIGLIANO, nella loro quasi totalità, ci parlano di questa vitalità.
Non sono dei gioielli d'arte, intesi nel senso corrente della parola; non hanno dipinti o sculture di nomi prestigiosi, almeno per la massima parte; né sono stati progettati da architetti di gran fama: sono - però - degli autentici monumenti di fede!
Intanto vediamole nella loro origine storica e nella loro struttura artistica, incominciando da quelle che sono oggi sedi di comunità parrocchiali.
CHIESE PARROCCHIALI
Prima di inoltrarci in questa descrizione, giova ricordare che la cura religiosa di tutto il vasto territorio aviglianese per lunghissimo tempo fu affidata ad un'unica parrocchia, quella che attualmente porta il nome di Santa Maria del Carmine, se si eccettua il periodo che va dal 1814 al 1831, in cui - sulla carta esisteva un'altra parrocchia, quella del SS. Rosario, con sede nella Chiesa dell'Annunziata.
Solo in seguito, Mons. Ignazio Monterisi, "volendo provvedere nel miglior modo possibile al bene e alle necessità delle anime a lui affidate" della zona rurale di Avigliano, con due distinti decreti che portano entrambi la data del 2 febbraio 1905, eresse una nuova parrocchia, quella della SS. Trinità in Lagopesole e due Vicarie perpetue con sede rispettivamente a Sant'Angelo e a Filiano. La Vicaria di Filiano divenne poi parrocchia il 1° gennaio 1949 e quella di Sant'Angelo, ma con sede a Possidente, il 1° gennaio 1956.
CHIESA DI SANTA MARIA DEL ROSARIO in FILIANO
Si hanno ricordi di un'antica cappella, già dal 1830, situata in una località, nei pressi della vecchia Chiesa, che ancora oggi il popolo indica con il nome di chiesa vecchia, dedicata fin d'allora alla Madonna del Rosario.
Ne era proprietario don Andrea Pace, il primo sacerdote del luogo di cui si hanno notizie, nato ai primi dell'ottocento e morto ad Avigliano circa l'anno 1880.
A quanto si legge in un "diario ed appunti di cronaca della parrocchia di Maria SS. del Rosario in Filiano" redatto dal sac. Alessandro Santoro e conservato nell'archivio parrocchiale, "ci è dato sapere che fu lo stesso sacerdote ad interessarsi della costruzione della... (nuova - n.d.r.) chiesa, obbligando tutti i fedeli che andavano ad ascoltare la Messa di portare una pietra".
"Fu costruita in parecchie riprese" - è sempre il sac. Alessandro Santoro che scrive "e fu portata a termine dopo molti anni... non prima del 1885".
Il due febbraio del 1905, mons. Ignazio Monterisi, Ordinario diocesano, la elevava a dignità di Vicaria perpetua con giurisdizione sulle seguenti frazioni: Filiano - Vaccaro - Montecaruso - Meccadinardo - Iscalunga - Latti Luponio -Inforchia - Gnucco - Sterpeto - Sant'Antonio, con retribuzione annua di lire trecento da parte dell'Arciprete di Avigliano, dalla cui giurisdizione parrocchiale dipendeva e di offerte spontanee in grano da parte del popolo, nella misura minima di quaranta tomoli.
In quello stesso anno fu eretto il fonte battesimale a spese della società Daziaria di Filiano.
Primo Vicario fu il sacerdote Donato Carnevale, proveniente da Ruvo del Monte. Sotto la sua cura si ebbe un ulteriore ampliamento della Chiesa, il rivestimento in marmo dell'altare maggiore e la costruzione della sacrestia.
Nel 1922, Pace Giuseppe, procuratore della Festa del tempo, separò il presbiterio dalla navata con una ringhiera in ferro, come si ricava da una scritta fatta sulla stessa balaustra.
Il campanile fu costruito nel 1930 con offerte del popolo ed una cospicua somma elargita dalla munificenza del Principe Filippo Andrea Doria Pamphjli, signore & Lagopesole: vi furono pure istallate due nuove campane ed un orologio pubblico.
Nel terremoto del 23 luglio del 1930, che interessò in un modo tutto particolare la zona del Vulture, con epicentro a Melfi, dove si ebbero ben trecento morti, la Chiesa subì una ampia apertura al centro della volta, che non si riuscì mai a riparare in modo definitivo, non ostante i contributi ricevuti.
Il 1 gennaio del 1949, con bolla di S.E. Mons. Augusto Bertazzoni, vescovo del tempo, la Vicaria fu elevata a parrocchia e nell'ottobre seguente ebbe anche il riconoscimento civile, con concreta attuazione dal 1 gennaio 1951. In quella occasione fu rifatta la pavimentazione del presbiterio, come risulta da una apposita scritta, ivi collocata.
Primo parroco fu don Alessandro Santoro, proveniente dal clero di Brienza, il quale aveva speso tutte le sue migliori energie per catechizzare quel popolo, anticipando in più settori il Concilio Vaticano secondo e percorrendo a piedi le varie borgate, per portare a tutti la buona novella, prima come vicario, e, poi, come parroco, in un arco di tempo di oltre trent'anni, dal 1934 al 1965.
La Chiesa, ad un'unica navata, con il soffitto a volte, sorretto da pilastri, ed un vano sacrestia molto angusto, è di fattura artigianale, non della migliore specie e per di più piccola ed in cattive condizioni di staticità.
Nel 1978 fu riattata alla meglio a spese del Comune e si provvide - da parte dei fedeli anche all'acquisto di una statua di San Giuseppe.
L'altare maggiore, già dedicata alla Madonna del Rosario, è rivestita in marmo comune; gli altri altari, dedicati rispettivamente all'Addolorata, all'Incoronata e a San Giuseppe, sono in muratura.
Con il passar del tempo, si sentì la necessità - anche perché non più capace di contenere la popolazione, che, dopo l'autonomia ecclesiastica, aveva ottenuta anche quella civile, erigendosi in Comune autonomo da Avigliano (D.P. del 10-3-'51 n. 768) - di una nuova Chiesa.
Questa venne consacrata solennemente l'11 settembre 1960.
Fu la prima che si ebbe in diocesi con l'attuazione della legge n. 2522 del 18-12-1952 con annessi locali per il ministero pastorale.
Il progetto fu redatto dalla Curia stessa, che curò anche la direzione dei lavori, aggiudicati alla Ditta Montenegro Nunzio per un importo di lire 35.912.240.
Dalla facciata ampia e slanciata, tutta in pietra da taglio bucciardata, la Chiesa non ha grandi pretese artistiche e né uno stile originale, però è molto funzionale.
E' ad un'unica navata, molto ampia, con il tetto a finta incapriata.
In fondo, il presbiterio, chiuso da una balaustra, in marmo policromo, aggiunta in seguito, termina con un altare, in marmo analogo, eretto su tre gradini.
A destra e a sinistra dell'altare, fanno ala, rispettivamente, una bella statua lignea della Madonna del Rosario - alla quale è dedicata la parrocchia - con il bambino in braccio, custodita in una cona finemente lavorata da Vito Telesca, un artigiano di Lagopesole, ed una comune statua del Sacro Cuore di Gesù.
Con offerte del popolo, nel 1965, si pensò di mettere nelle mani della Madonna e del Bambino due corone del rosario finemente lavorate in filigrana d'oro.
Sul presbiterio si affacciano, a destra e a sinistra, due porte che immettono l'una nel vano sacrestia e - tramite questa - in canonica e l'altra nei locali delle opere parrocchiali.
Nel 1978 si è anche provveduto all'impianto di riscaldamento che funziona ad aria calda con griglie a pavimento e nel 1981 è stato elettrificato il concerto delle campane; il tutto a cura del parroco don Mariano Spera, coadiuvato dai fedeli e dalle autorità cittadine.
Nelle Opere parrocchiali è custodita una discreta biblioteca con 1.500 volumi ed una pinacoteca di copie antiche di opere d'arte.
Il campanile, poi, posto sul lato destro, in fondo alla Chiesa, è tutto in pietra bianca lavorata e svetta imponente dall'alto della VALLE di VITALBA sulle numerose borgate del Comune, che fanno capo alla Parrocchia.
La festa religiosa cade la prima domenica di ottobre; quella civile, dal 31 maggio - data in cui è stata celebrata fino al 1978 - recentemente è stata portata alla seconda domenica di agosto per dar modo ai tanti figli emigrati da questa terra, di parteciparvi, coincidendo essa con le ferie di mezzo agosto.
A causa dell'evento sismico del 23-11-1980, la Chiesa è stata dichiarata inagibile: evidenti segni di dissesto si notano lungo le pareti laterali e sulle travi.
Ci si augura un pronto intervento del Provveditorato alle Opere Pubbliche, perché il popolo abbia dove celebrare i suoi riti sacri.
CHIESE NON PARROCCHIALI
Oltre alle quattro Chiese parrocchiali summenzionate, nell'ambito del territorio aviglianese, sia urbano che rurale, in epoche diverse dal 1200 ad oggi, sono sorti altri edifici sacri, tutti aperti al culto, di cui vorremmo tentare una breve descrizione storico-artistica, riordinandoli per giurisdizione parrocchiale.
PARROCCHIA DI MARIA SS. DEL ROSARIO IN FILIANO
Quattro sono le Chiese soggette attualmente alla giurisdizione di questa parrocchia:
SANT'ANTONIO in Sterpeto
Sorge nella frazione omonima, detta - poi - Sterpeto di sotto.
Demolita l'antica rozza cappella che gli stessi contadini avevano costruito alla fine del secolo scorso, sullo stesso suolo, nel 1979, è stata edificata a cura del Genio Civile di Potenza una nuova Chiesa, più ampia e più funzionale.
Molto originale per l'ingresso laterale, tramite il quale si accede all'unico vano che forma il corpo dell'edificio sacro. Anche l'altare è messo in posizione laterale e non centrale rispetto alla navata.
E' dedicato a Sant'Antonio di Padova, la cui festa viene celebrata il 13 giugno con un notevole concorso di gente, anche dai villaggi circonvicini.
Altra cappellina - dedicata allo stesso Santo - esiste a Sterpeto di sopra, lontana qualche centinaia di metri dalla prima.
CROCIFISSO in Scalera
Sorge nel contesto di un centro di servizi sociali costruito a cura dell'Ente di sviluppo in Puglia e Lucania, che comprende - oltre la Chiesa - un edificio per le scuole elementari e per la scuola materna, uno spaccio di generi alimentari, un Ufficio per le poste, una farmacia ed un alloggio per il capo-azienda, ora donato alla chiesa.
Ha una caratteristica forma esagonale con un camminamento ai due lati dove è sistemata la sagrestia ed un luogo adatto a ricevere le confessioni.
E' stata realizzata tutta in pietra da taglio locale, lavorata a bugnato.
Risale al 1958.
Nel 1966 fu eretta in vicaria autonoma perpetua con giurisdizione sulle seguenti località: Scalera - Pian della Spina - Casone Perazzi Ortone - Palladino e Gnucco.
La festa si celebra il 3 maggio, giorno in cui la Chiesa ricorda l'Esaltazione della Croce.
Altra cappellina sorge ai piedi dell'antico borgo, dedicata a Sant'Antonio, che i contadini stessi costruirono nel 1938.
MADONNA DEL BELVEDERE in Dragonetti
Risale al 1958. E' stata costruita a cura dell'Ente di Sviluppo per la Riforma Fondiaria in Puglia e Lucania nel quadro di una idonea assistenza religiosa a quegli assegnatari che per soddisfare alle loro esigenze di culto dovevano recarsi nel centro parrocchiale distante un paio di chilometri.
La costruzione è molto semplice: si accede mediante un portico sul quale si innalza la facciata molto slanciata, a ridosso della quale è stato ricavato un locale sopraelevato per la cantoria.
La navata è unica e termina con l'altare posto su un piano rialzato.
E' dedicata alla Madonna del Belvedere, che si venera nell'antico Santuario omonimo nei pressi di Oppido Lucano. Serve, oltre Dragonetti, Pizzutella, Carciuso e jazzi di Corbo.
La festa viene celebrata la 4a domenica di Maggio.
A causa dell'evento tellurico del 23 novembre 1980, la Chiesa ha subito vari danni: parte è crollata dal lato del campanile e parte è stata dichiarata pericolante per cui si è proceduto all'abbattimento, nella speranza che presto il Provveditorato alle Opere pubbliche vorrà riedificarla.
CHIESA DELL'IMMACOLATA di Inforchia
Già sotto la giurisdizione ecclesiastica della Diocesi di Melfi, è passata - in forza del riassetto avutosi nell'ambito della ristrutturazione generale delle diocesi lucane - sotto quella di Potenza, in quanto civilmente la frazione appartiene a Filiano, che, a sua volta, è sotto la giurisdizione dell'Archidiocesi di Potenza.
La chiesa, molto angusta e di fattura artigianale non della migliore specie, risale alla fine del secolo scorso: è dedicata alla Madonna Immacolata, la cui festa cade l'8 dicembre, ma viene celebrata l'8 maggio.
Serve le contrade di Tittarella, Don Ciccio ed Inforchia.
(tratto da "Avigliano, Città di Maria e le sue Chiese e il Santuario di S. Maria del Carmine",
Tipografia Laurenziana, Napoli - Luglio 1983)