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Il filianese Francesco Colucci apprezzato window dresser per Traid

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Riportiamo l'articolo "Francesco Colucci e l’arte di mettere in mostra" a cura di Karmil Cardone, uscito sul n. 27 del periodico "Mondo Basilicata" (pubblicazione del Consiglio Regionale della Basilicata), in cui si parla del successo in ambito lavorativo del filianese Francesco Colucci a Londra.

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Sfoggia uno dei suoi usuali look a Brixton, quartiere dai mille odori e colori, popolato da personaggi che destano meraviglia e incuriosiscono. E’ qui che vive ed è qui che lo abbiamo incontrato, e bisogna dire che in questa realtà si armonizza alla perfezione. Francesco Colucci, di professione fa il window dresser, allestisce vetrine per Traid, un’organizzazione di charity shop, una sorta di impresa sociale che immette sul mercato prodotti tessili, abiti e accessori nella maggior parte dei casi usati, donati dal pubblico. Poiché gli oggetti posti in vendita sono stati ottenuti disinteressatamente e senza acquisto, gli articoli possono essere venduti a prezzi competitivi. Una volta pagate le spese di gestione del negozio, tutti i restanti proventi, derivanti dalle vendite, sono dati in beneficenza. “Traid, ci spiega Francesco, è una compagnia che seleziona e vende vestiti alla moda ed è l’unica organizzazione che si occupa degli aspetti sociali come la tutela dei lavoratori nelle fabbriche tessili”.

Le poche prospettive lavorative presenti in Italia hanno portato Francesco a partire per Londra. Era il 2009 e pensava di rimanerci poco. Dopo sei mesi dal suo arrivo, però, ha trovato lavoro, come commesso, nella sede Traid a Clapham e qui, oltre alle vendite, inizia a occuparsi dell’allestimento delle vetrine. Quasi inconsapevolmente inizia a porre il suo estro proprio in questo tipo di creazione alla quale si appassiona e che lo porterà a sperimentarsi dando vita ad ambienti e visioni sempre più interessanti. Molto presto infatti il suo impegno viene ripagato dagli apprezzamenti di colleghi, acquirenti e semplici passanti che si fermano a fotografare i suoi allestimenti. Quando si passa davanti a una vetrina allestita da Francesco si entra in una storia, in una breve scena teatrale o in un’infinita posa artistica.

“Le vetrine sono un tramite, hanno l’obiettivo fondamentale di colpire l’attenzione del cliente”, e bisogna ammette che lui è particolarmente bravo a compiere questa missione. La compagnia ha dato valore al suo talento aprendo, appositamente per lui, la posizione di window dresser. Oggi Francesco si dichiara riconoscente nei confronti di Traid perché gli ha dato un lavoro, perché ha creduto in lui e l’ha aiutato a realizzarsi. 

E’ innamorato del suo lavoro e lo si percepisce chiaramente da come ne parla. Un lavoro fantasioso che gli permette di esprimersi al meglio e che gli ha dato tanto in termini di soddisfazioni. “Una buona regola da seguire è la cura dei dettagli, la ricerca di nuovi materiali e nuove soluzioni per offrire sempre nuovi livelli interpretativi, al fine di stimolare e persuadere il cliente. Occorrono competenze che spaziano dal marketing, alla comunicazione, all’economia aziendale, ma anche all’architettura, alla psicologia, al disegno. Sicuramente è indispensabile possedere un particolare gusto, una buona cultura, la passione di volere seguire le tendenze della moda. Bisogna creare una vera e propria storia che possa trasmettere emozioni ed entrare, così, in relazione con il potenziale acquirente. Non più dunque la vetrina come classico spazio espositivo dove disporre alla men peggio gli articoli, ma un vero e proprio palcoscenico dove far provare ogni volta un’esperienza nuova. Il cliente di oggi, ci spiega, è cambiato, spesso non si avvicina quasi più all’acquisto per necessità ma per il desiderio di avere qualcosa di diverso e di nuovo. Sappiamo bene che l’impulso all’acquisto è, in realtà, telecomandato dalle pubblicità e dalle vetrine sapientemente organizzate. E’ per questo che il window dresser deve vestire i panni del regista che “fa parlare” il prodotto all’interno del punto vendita”. 

Un lavoro che gli ha consentito di conoscere personalità importanti del mondo dell’arte. “Lavoravo nella sede di Dalston. Avevo appena portato a termine il mio incarico ed ero fuori dal negozio, quando due persone distinte e vestite in modo insolito hanno colpito la mia attenzione. Si sono avvicinate alla vetrina commentando in maniera positiva l’esposizione. Non ho potuto fare a meno di ascoltare e, timidamente, mi sono fatto avanti presentandomi come l’autore di ciò che stavano squadrando. Più guardavo quei due signori, più mi dicevo che li avevo visti da qualche parte. D’improvviso un flash: no non può essere, è pazzesco mi dicevo mentre nella mente si faceva strada il nome dei due. Si trattava di Gilbert & George. La coppia più provocatoria dell’arte inglese di fama mondiale, due uomini un solo artista con l’idea fissa che nulla sia necessario al di là dell’artista per fare arte. Un’arte religiosamente profana la loro, che prende instancabilmente di mira le convenzioni borghesi della società. Potete ben immaginare, ci confida con gli occhi che brillano, la mia emozione quando li ho visti interessati al mio lavoro”.

Guardandolo lavorare si capisce che Francesco è un perfezionista. Le sue vetrine sono eleganti, chirurgiche. Ogni sua azione è perfettamente calibrata. In chi osserva le vetrine si crea uno stato di armonia, grazie all’equilibrato uso dei colori e al sapiente studio compositivo. Tutto questo attraverso un
processo artigianale nel quale lui ridona vita ai vestiti che espone. Mi ha parlato della moda contemporanea. Ci ha detto che nell’abbigliamento tutto ispira e respira ciclicamente di epoca in epoca. Ci si accorge che l’arte di Francesco Colucci, non è frutto del caso. Ha avuto una formazione artistica, diplomandosi all’Istituto d’ Arte di Rionero in Vulture e proseguendo i suoi studi a Roma, dove si è laureato all’Accademia di Belle Arti. I suoi interessi spaziano su diversi fronti: dal costume teatrale alla moda, dall’arte di avanguardia come quella di Leigh Bowery, per arrivare ai designer contemporanei come Alexander McQueen.

Alla domanda da dove tragga ispirazione per creare le sue vetrine, una risposta coinvolgente “capto ogni cosa, ogni oggetto anche quello apparentemente più insignificante mi affascina. Per me tutto è creatività. Mi piace collezionare oggetti, tanti oggetti, di ogni genere, di ogni forma, di ogni materiale e di ogni qualità, ma pieni di tanto fascino”. La sua stanza è un’autentica camera delle meraviglie: una wunderkammer nell’accezione più classica del termine di “gabinetto delle curiosità” dove si raccolgono oggetti straordinari, dove tutto è incanto e meraviglia come quella che proviene dall’arte e dalla personalità di Francesco Colucci.

La vita in una grande metropoli, un lavoro soddisfacente ma le radici, quelle lucane, continua ad alimentarle. “Mi manca la famiglia, ma ho scelto, con convinzione, di andare via da Filiano. La Basilicata è una terra che ha molte potenzialità che le esprime attraverso la sua bellezza, una bellezza che si svela in maniera compiuta agli occhi di chi sa guardare”.

Allegati
Articolo su Mondo Basilicata n. 27